Una recente sentenza delI’autorità antitrust ha bloccato la pubblicità di due agenzie matrimoniali non iscritte all’ ACMA nella quale si assicurava garanzia di successo ai clienti.
Secondo antitrust, non e ammissibile fare affermazioni “assolute” e garantire risultati certi nel campo dei bisogni affettivi, in quanto tali bisogni sarebbero intrinsecamente aleatori.
Perciò, conclude il garante, quelle pubblicità giocano scorrettamente sulle condizioni psicologiche dei loro clienti.
Riteniamo doveroso intervenire in merito a questa presa di posizione perché essa tocca direttamente il nostro lavoro e solleva, una questione delicata e complessa.
E vero che non si può promettere a chiunque, indiscriminatamente, di trovargli la dolce meta in breve tempo e a prezzo fisso: in questo modo si finisce per illudere le persone che hanno meno possibilità.
Comunque, l’idea che il nostro lavoro sia caratterizzato necessariamente dalla “incertezza” e dalla “aleatorietà”, come I’antitrust sembra suggerire, ha anche un aspetto fuorviante: rischia cioè di far apparire gli operatori matrimoniali come venditori di fumo.
Niente di più sbagliato e ingiusto nei confronti delle agenzie che hanno fatto della professionalità il loro punto di forza.
In realtà, il nostro e un lavoro basato sulla statistica e il calcolo delle probabilità, cioè su metodi rigorosi.
Se un’agenzia sottopone a un cliente una sola soluzione, è poco probabile che riesca a soddisfarlo; se invece gli presenta molteplici soluzioni e ovvio che si avvicinerà sempre più al risultato.
Anche perché un’agenzia esperta non presenterebbe a quel cliente delle persone a caso, ma, forte delle sue relazioni, selezioni ed esperienza, si preoccuperebbe di segnalare innanzitutto i soggetti più compatibili con le esigenze deI cliente e di aggiustare eventualmente il tiro nel corso della ricerca.
E con questo metodo che, segnalazione dopo segnalazione, si può arrivare a centrare il bersaglio in un ‘ altissima percentuale di casi.
Inoltre, un’esigenza fondamentale che caratterizza la ricerca matrimoniale e la personalizzazione: deve essere sempre fatta “su misura”, per due motivi fondamentali.
Innanzitutto, e ovvio che una donna giovane e avvenente ha molte più probabilità di una donna meno giovane e meno avvenente; che un professionista ha più probabilità di un operaio; che un analfabeta ne ha meno di un insegnante universitario.
In secondo luogo, alla variabile dell’appeal personale deI cliente, si aggiunge anche quella della sua disponibilità economica: non tutti possono permettersi le ricerche più accurate.
E’ evidente che le agenzie matrimoniali -dato che non ricevono sovvenzioni pubbliche- non possono che offrire servizi proporzionali alle capacita di spesa dei clienti.
E molto spesso gli insuccessi o le insoddisfazioni deI cliente dipendono da un budget limitato.
In ogni caso, è ovvio che le probabilità di una ricerca condotta da una valida agenzia matrimoniale sono sempre di gran lunga superiori a quelle che una persona avrebbe affidandosi soltanto ai capricci del caso.
L”aleatorietà” è proprio ciò che una valida agenzia matrimoniale riesce a combattere e ridurre a favore dei propri clienti e del loro benessere emotivo.
Un altro aspetto della sentenza che ci lascia molto perplessi é quello in cui si parIa di una “particolare condizione emotiva” dei clienti delle agenzie matrimoniali.
Significa forse che il bisogno di un compagno comporta qualche forma di debolezza psicologica che invece non esiste, ad esempio, nel bisogno di una casa o di un lavoro o di una dieta dimagrante. Inoltre chi é debole, colui che sceglie una persona fra tante selezionate in base a criteri fisici, psicologici, anagrafici e culturali da lui forniti o chi persiste in una relazione squallida, inappagante o tiepida per paura o pregiudizio?
A noi risulta che chi decide di affidarsi ad un’agenzia sia tutt’altro che debole, anzi dimostra di sapere perfettamente quello che vuole e di aver fatto una scelta razionale, che gli permette di massimizzare le sue opportunità nella ricerca di un partner.
Umberto Zanardi
Secondo antitrust, non e ammissibile fare affermazioni “assolute” e garantire risultati certi nel campo dei bisogni affettivi, in quanto tali bisogni sarebbero intrinsecamente aleatori.
Perciò, conclude il garante, quelle pubblicità giocano scorrettamente sulle condizioni psicologiche dei loro clienti.
Riteniamo doveroso intervenire in merito a questa presa di posizione perché essa tocca direttamente il nostro lavoro e solleva, una questione delicata e complessa.
E vero che non si può promettere a chiunque, indiscriminatamente, di trovargli la dolce meta in breve tempo e a prezzo fisso: in questo modo si finisce per illudere le persone che hanno meno possibilità.
Comunque, l’idea che il nostro lavoro sia caratterizzato necessariamente dalla “incertezza” e dalla “aleatorietà”, come I’antitrust sembra suggerire, ha anche un aspetto fuorviante: rischia cioè di far apparire gli operatori matrimoniali come venditori di fumo.
Niente di più sbagliato e ingiusto nei confronti delle agenzie che hanno fatto della professionalità il loro punto di forza.
In realtà, il nostro e un lavoro basato sulla statistica e il calcolo delle probabilità, cioè su metodi rigorosi.
Se un’agenzia sottopone a un cliente una sola soluzione, è poco probabile che riesca a soddisfarlo; se invece gli presenta molteplici soluzioni e ovvio che si avvicinerà sempre più al risultato.
Anche perché un’agenzia esperta non presenterebbe a quel cliente delle persone a caso, ma, forte delle sue relazioni, selezioni ed esperienza, si preoccuperebbe di segnalare innanzitutto i soggetti più compatibili con le esigenze deI cliente e di aggiustare eventualmente il tiro nel corso della ricerca.
E con questo metodo che, segnalazione dopo segnalazione, si può arrivare a centrare il bersaglio in un ‘ altissima percentuale di casi.
Inoltre, un’esigenza fondamentale che caratterizza la ricerca matrimoniale e la personalizzazione: deve essere sempre fatta “su misura”, per due motivi fondamentali.
Innanzitutto, e ovvio che una donna giovane e avvenente ha molte più probabilità di una donna meno giovane e meno avvenente; che un professionista ha più probabilità di un operaio; che un analfabeta ne ha meno di un insegnante universitario.
In secondo luogo, alla variabile dell’appeal personale deI cliente, si aggiunge anche quella della sua disponibilità economica: non tutti possono permettersi le ricerche più accurate.
E’ evidente che le agenzie matrimoniali -dato che non ricevono sovvenzioni pubbliche- non possono che offrire servizi proporzionali alle capacita di spesa dei clienti.
E molto spesso gli insuccessi o le insoddisfazioni deI cliente dipendono da un budget limitato.
In ogni caso, è ovvio che le probabilità di una ricerca condotta da una valida agenzia matrimoniale sono sempre di gran lunga superiori a quelle che una persona avrebbe affidandosi soltanto ai capricci del caso.
L”aleatorietà” è proprio ciò che una valida agenzia matrimoniale riesce a combattere e ridurre a favore dei propri clienti e del loro benessere emotivo.
Un altro aspetto della sentenza che ci lascia molto perplessi é quello in cui si parIa di una “particolare condizione emotiva” dei clienti delle agenzie matrimoniali.
Significa forse che il bisogno di un compagno comporta qualche forma di debolezza psicologica che invece non esiste, ad esempio, nel bisogno di una casa o di un lavoro o di una dieta dimagrante. Inoltre chi é debole, colui che sceglie una persona fra tante selezionate in base a criteri fisici, psicologici, anagrafici e culturali da lui forniti o chi persiste in una relazione squallida, inappagante o tiepida per paura o pregiudizio?
A noi risulta che chi decide di affidarsi ad un’agenzia sia tutt’altro che debole, anzi dimostra di sapere perfettamente quello che vuole e di aver fatto una scelta razionale, che gli permette di massimizzare le sue opportunità nella ricerca di un partner.
Umberto Zanardi