Quali differenze ci sono tra le professioni tradizionalmente riconosciute e quelle cosiddette “emergenti”? Oual’é il loro status ed il loro scopo nella nuova Europa comunitaria?
Oueste sono alcune delle domande a cui ha cercato di rispondere il convegno dal titolo “Le professioni liberali e la disciplina comunitaria delle professioni” tenutosi il12 e 13 giugno scorso presso la facoltà di economia dell’Universita di Tor Vergata a Roma.
AI convegno, patrocinato dal C.N.E.L. era presente anche l’ACMA: ne abbiamo ricavato degli spunti interessanti che proponiamo alla Vostra attenzione.
L’esigenza fondamentale che ha portato alla regolamentazione delle professioni tradizionali e stata quella di evitare danni sociali: attività come quelle dei medici e degli avvocati, per i loro evidenti effetti sulla vita delle persone, non possono essere lasciate all’arbitrio dei singolo. Ciò comunque non legittima alcuna discriminazione nei confronti di professioni come la nostra, di cui rivendichiamo la pari dignità rispetto alle professioni tradizionalmente riconosciute (come si legge nella lettera che I’ACMA ha inviato alle istituzioni europee e che pubblichiamo in questo stesso numero di Notizie di Agenzia) .
Di fatto oggi in Italia le professioni non regolamentate stanno cominciando a ricevere il dovuto riconoscimento da parte delle istituzioni grazie al lavoro di supervisione svolto dal CNEL. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e deI Lavoro. L’intento deI CNEL e quello di puntare sulle associazioni di categoria come la nostra affinché mettano a punto e facciano valere un regolamento deontologico in grado di garantire la qualità dei prodotti e dei servizi all’utente finale.
La qualità é perciò il compito della nostra associazione e, al tempo stesso, la risorsa fondamentale per la nostra professione.
E sul terreno della qualità che deve dunque impegnarsi un’agenzia che voglia porsi in modo concorrenziale su un mercato sempre più esigente. La vera concorrenza, in un mercato maturo, non consiste infatti nell’abbassare i prezzi: il successo di un’agenzia matrimoniale si misura invece dalla qualità e dai risultati concreti che, grazie ad essa, riesce a far ottenere ai suoi clienti.
Un’agenzia veramente concorrenziale deve consentire al cliente una scelta ragionata e trasparente, con un servizio affidabile e delle tariffe obiettive.
Chi non capisce questa esigenza fondamentale e cerca di ripiegare sui soliti “specchietti per le allodole” é destinato a finire in breve tempo ai margini di un settore come il nostro, che premia esclusivamente la professionalità e la qualità e che non può quindi essere considerato alla stregua di un mercato da hard discount.
Senza contare che il singolo comportamento scorretto finisce per danneggiare I’intera categoria, screditandone I’immagine e creando diffidenza negli utenti.
Umberto Zanardi